A quali rischi specifici tendono ad essere piu’ esposte le lavoratrici? Alcuni settori piu’ di altri vedono una prevalenza di impiego femminile, ne consegue una maggiore esposizione delle donne alle tipologie di infortuni associate con tali ambiti.
Prendiamo ad esempio le imprese di pulizie dove le operatrici sono particolarmente soggette ad entrare in contatto con agenti chimici, oppure la cura alla persona la quale, specie in sanità, diventa un considerevole fattore di rischio di contagio da malattie infettive, su tutti il CoVid19 ovviamente ma la lista e’ lunga.
L’Umbria ha visto crescere malattie professionali e infortuni delle lavoratrici, come confermano numeri alla mano sia l’INPS che l’INAIL (si parla di una crescita delle denunce di infortuni di quasi il 30% nell’arco di un anno), con la pandemia che ha giocato in tal senso un ruolo fondamentale purtroppo. Le donne infatti durante le fasi piu’ critiche tendevano ad occupare i ruoli piu’ esposti al contatto col pubblico, oltre alle succitate pulizie, cura della persona e sanita’, sono prevalentemente impiegate pure nei ruoli di cassiere di supermercato e commesse di negozi. La gran parte delle malattie professionali denunciate dalle lavoratrici della nostra regione riguardano patologie che colpiscono ossa e muscoli (dorsopatie, ovvero il classico “mal di schiena” nelle sue vari forme, disturbi dei tessuti molli e artropatie) seguite da quelle del sistema nervoso e poi dal tunnel carpale. Tra le note positive il drastico calo nella nostra regione degli infortuni con esito letale.
La stessa direttrice regionale per l’Umbria dell’INAIL, Alessandra Ligi, ha sottolineato l’importanza di tenere conto delle differenze fisiologiche che incidono anche nella corretta valutazione e congrua prevenzione dei rischi.
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