Se ci seguite da tempo potreste aver già letto i nostri precedenti approfondimenti su argomenti specifici come gli obblighi relativi agli impianti di terra o corsi quali quello sui “Lavori elettrici sotto tensione (PES e PAV)”. L’impressione è che il rischio elettrico sia un problema che riguardi solo gli elettricisti appunto e pochi altri, di conseguenza che la formazione e la relativa gestione spetti solo a loro. Questo approccio è sbagliato ed espone una gran parte di lavoratori a sottovalutarne le conseguenze.

Dobbiamo avere invece consapevolezza che il rischio di elettrocuzione (questo il nome tecnico del fenomeno per cui la corrente elettrica attraversa il corpo umano) è trasversale a tutte le categorie di lavoratori, incluso chi operi in smart working, proprio per la pervasiva presenza dell’elettricità stessa in ogni ambito della nostra vita incluso quello produttivo.

Gli effetti dell’elettrocuzione dipendono dalla presenza o meno di misure di prevenzione e mitigazione del danno e dalle condizioni generali del soggetto (salute, età, ecc.) ma possiamo ricondurli ai quattro aspetti di Tetanizzazione, Arresto della respirazione, Fibrillazione ventricolare e Ustioni e possono avvenire in conseguenza di contatto diretto, indiretto o per arco elettrico. Qualora non ci sia elettrocuzione abbiamo comunque il rischio di incendio che può scaturire dallo stesso quadro elettrico, oppure da un corto circuito, un sovraccarico o per via del succitato arco elettrico. Ulteriore fattore di rischio per i lavoratori è qualora un malfunzionamento dell’impianto elettrico porti a un black-out.

Cosa possiamo fare perché ciò non accada o almeno non abbia serie conseguenze?

Innanzitutto assicurarci che gli impianti siano a norma CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) e periodicamente revisionati, dotati di attestato di conformità come da legge 37/08. Come seconda cosa va formato in maniera specifica il personale che deve interagire con gli impianti e più in generale sul rischio elettrico tutti gli altri lavoratori assicurandosi siano a conoscenza almeno delle misure base, ovvero di evitare di intervenire dove non sono qualificati e autorizzati ad operare, informarsi sulla posizione e funzionamento degli interruttori generali per isolare il problema, evitare prese multiple (c.d. triple e ciabatte) e ove possibile le prolunghe, qualora non sia possibile agire altrimenti per queste ultime ricordarsi di smontarle e riporle al termine delle operazioni da compiere, evitare l’incastro di spine italiane e prese tedesche (schuko) o viceversa, non spegnere i macchinari staccando il cavo tirandolo, soprattutto non cercare di spegnere eventuali incendi con l’acqua (rischio di folgorazione) né tentare di salvare qualcuno folgorato afferrandolo e tirandolo mentre è ancora in contatto con la sorgente di elettricità.

Per maggior informazioni sulle misure da adottare nel vostro caso specifico vi ricordiamo che Obiettivo Sicurezza Lavoro si rende disponibile ad una valutazione del rischio e relativa formazione del vostro personale. Chiamateci al 340-7920095 oppure scriveteci all’indirizzo email info@obiettivosicurezzalavoro.com.

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