La seconda ondata di CoVid ha travolto anche l’Umbria, una delle regioni col tasso di contagio più alto, centinaia di casi attivi a Perugia, Terni, Foligno, Bastia Umbra e Spoleto. Siamo passati nella nostra regione dal discutere misure preventive di sicurezza sul lavoro in chiave CoVid, di cui abbiamo ampiamente trattato nei post precedenti, a quelle di contenimento degli infetti e di gestione dei lavoratori colpiti dal coronavirus. Su quest’ultimo punto sarà bene cominciare a fare chiarezza riguardo uno degli aspetti relativi al recente DPCM, ovvero la differenza tra messa in isolamento e quarantena del dipendente.
La quarantena del lavoratore è una misura cautelativa nel caso sia entrato in contatto con soggetti infetti, si osserva se durante l’eventuale periodo di incubazione emergano i sintomi tipici del CoVid19. Va osservata per 14 giorni dall’ultima esposizione che possono accorciarsi a 10 se il test antigenico o molecolare risulta negativo al decimo giorno.
L’isolamento invece tocca a chi sia stato accertato essere malato per tutta la durata del periodo in cui può trasmettere la patologia a terze persone così da arrestare il contagio. La sua durata è di 10 giorni se il soggetto è positivo asintomatico e al decimo giorno dà esito negativo al test molecolare. Medesima durata se il soggetto è positivo sintomatico ma il test dà esito negativo al decimo giorno e negli ultimi tre non ha presentato sintomi. I positivi asintomatici che risultino positivi a lungo termine ai test possono interrompere l’isolamento dopo 21 giorni se il loro sistema immunitario è funzionante e i medici ritengono si possa procedere senza rischi.
La circolare ministeriale raccomanda infine di non sottoporre a quarantena né a test diagnostici i soggetti entrati in contatto stretto coi quarantenati a meno che questi ultimi non risultino a loro volta positivi e di promuovere tra tutti, dipendenti inclusi, l’installazione e attivazione dell’app Immuni al fine di favorire il tracciamento dei contatti (c.d. contact tracing).